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Perchè un giovane dovrebbe lavorare nel Terzo Settore?

2019-03-28 15:52

B.Plano Cooperativa Sociale

Riflessi e riflessioni,

Perchè un giovane dovrebbe lavorare nel Terzo Settore?

Scopriamo passioni, motivi e il punto di vista di chi ogni giorno lavora nel non profit

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Quali sono le passioni che ti fanno scegliere ogni giorno il tuo lavoro? Lo abbiamo chiesto ad alcuni amici di B.Plano che sono stati la voce del mondo del Non Profit inGiovani Di Valore. Chi arriva dal mondo del volontariato, chi dalla cooperazione: il filo rosso che unisce tutti sono i valori che ci guidano.

Maurizio Ampollini, direttore CSV Insubria: Lavorando in unente senza scopo di lucro da vent’anni non posso che augurare anche anche adaltri questa fortuna. Tre motivi: la possibilità di coniugare la faticaquotidiana coi desideri più profondi facendo un lavoro che piace; operare inambiti dove è possibile sperimentare la forza di valori come la solidarietà ela mutualità; ottenere aspetti immateriali tutt’altro che secondari e capaci diappagare il lavoratore anche a fronte di una retribuzione più limitata rispettoad altri settori.

Chiara Robustellini, L’Aquilone Cooperativa Sociale: Il lavorodell’educatore e in generale il lavoro in cooperativa è stimolante e vario, esicuramente questa è una mia fortuna ma nella mia cooperativa si sta bene e sodi avere lo spazio per fare ciò che mi piace. Mi viene offerta la possibilitàdi proporre e sviluppare un progetto: nelle cooperative che funzionano c’è unaattenzione a sviluppare e valorizzare quello che sei e quello che ti fa starebene, quello che ti piace. E questo, visto che la parte economica non èsicuramente un motivo per lavorare in questo settore, bilancia ampiamente: ilpiacere e l’essere valorizzato per quello che sei è davvero un ottimo motivo enon è per nulla scontato. Inoltre la cooperazione penso debba sperimentarecontinuamente, è un settore che deve saper ascoltare e rispondere a bisognisociali sempre nuovi: lavorare in equipe inoltre è stimolante e ti fa crescere,sai di avere sempre qualcuno su cui contare in cooperativa.

Andrea Maldera, coordinatore Cooperativa Naturart: Un giovanedovrebbe lavorare nella cooperazione sociale perché è una formula diattivazione professionale -in questi anni complessi dal punto di vistalavorativo - che consente di esprimere le proprie potenzialità INSIEME ad altrie condividere le risorse aumentando l’efficacia del proprio operato.

Massimo Erbetta, presidente di B.Plano: Lavorare nella cooperazione mipiace perché mi consente di conciliare istanze personali (valori),professionali (le competenze), politiche e sociali (la mia visione di comevorrei che il mondo fosse), e di avere la sensazione di poter incidere: perchéil cambiamento che le cooperative perseguono (sia individuale che sociale) èconcreto, reale, e frutto di un lavoro quotidiano. Inoltre anche quando sei dasolo non sei mai da solo. Da migliorare sicuramente la sostenibilità economica.Le cooperative sociali che conosco sono sempre in sofferenza, combattute tranecessità e desiderio di fare da una parte, e la mancanza di risorsedall’altra. Penso che alla base ci sia un mancato riconoscimento del valoresociale del nostro lavoro, mai quantificato (forse poco quantificabile) e maipagato.  Questo aspetto non rendeappetibile il mondo della cooperazione come luogo di lavoro per un giovane.Laddove l’elemento economico è compensato da una gratificazione di altra natura(personale, sociale, politica, valoriale) si aprono possibilità di incontro edi lavoro insieme, ma l’aspetto economico (il bilancio, le retribuzioni...)rimane una ferita per queste organizzazioni.

MarcoSarti, direttore di SOS Malnate: Il lavoro in un’associazione da moltesoddisfazioni in termini umani, si lavora con le persone e per le persone.Lavorare in una associazione è un atto di fede: devi crederci profondamente perrestare e lavorare e stare bene in questo settore. Se lavori in un ente divolontariato il personale dipendente è una piccolissima parte e ogni giornodevi ripeterti perché lo fai, devi portare metodo dove c’è molta voglia difare cercando di non rovinare gli entusiasmi

Giorgia Piana, funzione HR Solidarietà eServizi: Lavorare in cooperativa ti permette di imparare a rispettareil punto di vista dell’altro: ti metti sempre in discussione, cambi, cresci.  

Aldo Montalbetti, presidente Arcisate Solidale: Quello che èpiaciuto a me della cooperazione sociale e che mi ha convinto a restare inquesto settore è stata la possibilità di approfondire e di capire perché si fauna cosa, perché si è scelto quel metodo, etc. Consiglierei ad un giovane dilavorare qui perché c’è la possibilità di entrare in organizzazioni, non tuttein realtà, dove è possibile mettersi in gioco e sperimentare da subito i propritalenti con il vantaggio di non fermarsi ad una singola attività stereotipatama di crescere e cogliere l’insieme della cooperativa, quindi muoversi su piùfronti e versanti. Questo non significa che non serva essere specializzati anzi,se uno ha un profilo specifico sarà un ottimo operatore ma ogni persona incooperativa aderisce alla visione più generale ed è parte del successo dellastessa.